incentivo occupazione giovani 2021

Incentivo occupazione giovanile, cosa cambia per il 2021 e 2022

In questo articolo vediamo insieme in cosa consiste l’incentivo all’occupazione giovanile stabile e la nuova disciplina prevista per il 2021 e il 2022 relativamente a questa assunzione agevolata.

La Legge di Bilancio 2018 ha introdotto l’incentivo all’occupazione giovanile stabile configurandolo come una riduzione dei contributi previdenziali in favore dei datori di lavoro privati con riferimento alle assunzioni con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Con l’obiettivo di incentivare maggiormente l’occupazione giovanile, la Legge di Bilancio 2021 ha rivisto e ampliato la disciplina dell’incentivo all’occupazione giovanile stabile per il 2021 e il 2022.

Cosa prevede l’incentivo occupazione giovanile 2021-2022

Nello specifico, la Legge n. 178/2020 ha previsto che il datore di lavoro avrà diritto a godere di un esonero contributivo totale, pari quindi al 100% della contribuzione a suo carico.

La nuova disciplina, inoltre, per questo sgravio contributivo totale ha fissato il limite massimo a un valore di 6.000 euro su base annua per un periodo di 36 mesi.

Il periodo massimo diventa di 48 mesi, invece, nei casi in cui il datore di lavoro assuma un lavoratore in una sede o unità produttiva in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Condizioni per assunzione agevolata giovani 2021-2022

L’esonero contributivo spetta al datore di lavoro privato con riferimento alle assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato di lavoratori con età inferiore a 36 anni.

Per avere diritto a questa agevolazione, il datore di lavoro deve effettuare l’assunzione dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022.

L’incentivo non spetta soltanto nella circostanza di un’assunzione, ma anche nel caso di trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato in uno a tempo indeterminato.

Assunzione agevolata giovani, chi si può assumere?

Come detto sopra, per dare diritto al datore di lavoro di fruire dell’incentivo, il lavoratore assunto con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato deve avere meno di 36 anni.

Un’altra condizione è che il lavoratore non deve essere mai stato occupato con un contratto a tempo indeterminato nella sua vita lavorativa, indipendentemente dal datore di lavoro.

Cosa è previsto, invece, nei casi di apprendistato presso un altro datore di lavoro e non proseguiti perché interrotti durante l’apprendistato o al termine dello stesso?

Questa situazione non dovrebbe impedire l’accesso allo sgravio contributivo per l’assunzione giovanile nel 2021 e 2022, dal momento che il rapporto non è proseguito in un contratto a tempo indeterminato.

Non dovrebbero rappresentare un ostacolo al diritto di esonero totale dei contributi nemmeno eventuali rapporti di lavoro intermittente o di lavoro domestico da parte del lavoratore, sebbene svolti a tempo indeterminato.

Agevolazioni assunzioni in caso di licenziamenti

In caso di licenziamenti il datore di lavoro può beneficiare dell’agevolazione sull’assunzione prevista dall’incentivo all’occupazione giovanile stabile?

Dipende dalle tempistiche del licenziamento e dall’inquadramento dei lavoratori licenziati.

Nello specifico, nel caso di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo ovvero a licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori inquadrati con la medesima qualifica nella stessa unità produttiva del lavoratore assunto, il datore di lavoro non può godere dell’esonero contributivo.

La condizione relativa alle tempistiche, infine, è che i licenziamenti non siano avvenuti nei 6 mesi precedenti all’assunzione né vengano effettuati nei 9 mesi successivi.

Assunzioni agevolate giovani, quando partono?

Attualmente i datori di lavoro non possono fruire dell’incentivo all’occupazione giovanile stabile. Quando partirà?

È necessario attendere l’autorizzazione dell’UE, dal momento che l’incentivo rientra nel quadro temporaneo sugli aiuti di stato approvato per fronteggiare l’emergenza COVID-19.

Dopo aver ricevuto l’autorizzazione dell’UE, l’INPS fornirà le istruzioni necessarie per applicare correttamente l’esonero contributivo.

Fino a quel momento, il datore di lavoro è tenuto a versare la contribuzione in misura piena, per poi procedere al recupero non appena l’INPS fornirà le indicazioni operative.