08 Ott Assunzioni agevolate: Incentivo IO Lavoro
Con delibera numero 52 del 2020, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ha istituito un nuovo incentivo (cosiddetto IO Lavoro) , la cui gestione è affidata all’INPS.
È un incentivo che spetta per assunzioni di persone disoccupate tramite contratto:
- a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione
- di apprendistato professionalizzante
- di lavoro subordinato a tempo indeterminato per soci lavoratori di cooperative.
L’incentivo è riconosciuto anche per l’attivazione di contratti di lavoro a tempo parziale e per la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
Incentivo IO Lavoro, a chi è rivolto?
L’incentivo IO Lavoro è rivolto ai datori di lavoro privati che assumano nuovo personale sul territorio nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020.
Il personale da assumere non deve aver avuto un rapporto di lavoro negli ultimi 6 mesi con lo stesso datore di lavoro e deve possedere le seguenti caratteristiche:
- età compresa tra i 16 anni e 24 anni;
- 25 anni e oltre, senza impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
Incentivo IO Lavoro, come funziona?
L’incentivo – che deve essere fruito, a pena di decadenza, entro il 28 febbraio 2022 – consiste nell’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL.
Le aziende potranno avere l’incentivo per un periodo di 12 mesi a partire dalla data di assunzione, nel limite massimo di 8.060 euro annui.
L’incentivo è cumulabile con altre tipologie di incentivi, tra cui quello per l’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza oppure con l’incentivo per l’occupazione giovanile stabile.
Come si richiede?
Le domande andranno poi presentate online sul portale Inps, che le autorizza nei limiti delle risorse disponibili. Infatti, l’incentivo è autorizzato nel limite di spesa di 329,4 milioni di euro secondo le seguenti modalità:
- 234 milioni di euro per le regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia);
- 12,4 milioni di euro per le regioni più sviluppate (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, EmiliaRomagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Trento e Bolzano, Toscana, Umbria, Marche e Lazio);
- 83 milioni di euro per le regioni meno sviluppate e in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna)